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L'aggiornamento Istat degli assegni di mantenimento

  • Immagine del redattore: Samuele Marchetti
    Samuele Marchetti
  • 28 nov 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Adeguamento all'inflazione degli assegni di separazione e di divorzio




Oggi voglio parlarvi di un tema di grande importanza: l'aggiornamento Istat degli assegni di mantenimento. Un tema che ha un grande valore economico.


Se percepite un assegno di mantenimento è importante ne chiediate l'aggiornamento; se lo dovete pagare è fondamentale adeguarlo per non esser costretti a pagare grandi cifre in un sol colpo.


Tutti gli assegni di mantenimento dopo una separazione o un divorzio (siano essi a favore del coniuge o dei figli) sono oggetto di “aggiornamento Istat”, cioè un adeguamento all'aumentare dell'inflazione.


Per molto tempo le variazioni dell'inflazione sono state di portata minima e per questo ci si è posti poco il problema dell'adeguamento Istat.


Da alcuni anni però l'inflazione ha ricominciato a "galoppare" e si è iniziato a parlare di cifre anche molto importanti per gli adeguamenti.


Per questo si tratta di un tema che merita molta attenzione.


Cos'è l'adeguamento Istat?


Le norme su separazione e divorzio prevedono che il giudice, nello stabilire un assegno di mantenimento, debba prevedere anche dei meccanismi di adeguamento al variare dell'inflazione.


La ragione è semplice: immaginate di esservi divorziati nel 2000. Il giudice ha disposto un assegno di mantenimento per il figlio in modo da poter soddisfare le sue esigenze di sopravvivenza, istruzione, cura. Dopo 24 anni l’inflazione potrebbe aver eroso buona parte di quell’assegno: il valore è sempre lo stesso ma oggi con quei soldi riesci a comprare meno cose che nel 2000!


Per questo la legge prevede che gli assegni di mantenimento debbano prevedere un meccanismo di aggiornamento. Per rispettare questo principio tutte le sentenze prevedono che l’assegno si rivaluti annualmente secondo gli indici Istat.


Ogni mese l'istat emette degli indici che registrano la variazione dell'inflazione. Utilizzando tali indici è possibile quindi adeguare il mantenimento all'inflazione.


Come funziona?


L'aggiornamento avviene su base annua.

Immaginiamo che il giudice, con sentenza del maggio del 2022, abbia previsto un assegno di mantenimento per il figlio pari a 500 euro mensili.

Fino al maggio del 2023 saranno pagati 500 euro al mese. arrivati a maggio però si dovrà fare l'adeguamento usando l'indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati (Foi) redatto dall'Istat.


L'assegno rivalutato al maggio 2023 è divenuto di 536 euro al mese. Dal giugno 2023 fino a maggio 2024 sarà corrisposta questa cifra.

Nel maggio 2024 si farà la nuova rivalutazione e così dal giugno di quell'anno si cominceranno a pagare 540 euro al mese, fino al maggio 2025. E così via.



L'aggiornamento deve essere richiesto?

No, non è necessario fare la richiesta. L'aggiornamento opera automaticamente.

Se l'obbligato non adegua il pagamento, il creditore avrà diritto a chiedere gli arretrati.

Attenti però alla prescrizione!


E' per questo che vi invito a fare molta attenzione. Nel nostro esempio, qualora il debitore avesse continuato a pagare 500 euro al mese dal giugno 2022 fino ad oggi (novembre 2024) sarebbero maturati 672 euro di arretrati. Somme importanti per chi le deve ricevere ma anche per chi può essere chiamato a pagarle in unica soluzione.


L'aggiornamento avviene annualmente in base all'indice Foi dell'Istat.

Quando si prescrivono gli arretrati dell'aggiornamento?

Come tutti i crediti, anche gli arretrati dell'aggiornamento sono soggetti a prescrizione. Si tratta di una prescrizione di cinque anni.

Come detto prima, il diritto a percepire l'aggiornamento sorge a prescindere da ogni richiesta, ma dopo cinque anni da quando è sorto il diritto, se non ne fate richiesta, questo si prescrive. Perderete quindi le somme antecedenti che non avete mai richiesto.



La prescrizione è quinquennale

Come avviene l'adeguamento ed il recupero degli arretrati


L'avvocato per prima cosa calcolerà la rivalutazione anno per anno, a partire dalla sentenza. Poi calcolerà la differenza tra quanto dovuto e quanto pagato.

A quel punto scriverà una raccomandata all'obbligato chiedendo di pagare la somma rivalutata già dal mese successivo e di versare gli arretrati, dando un termine per il pagamento.


In caso di mancato pagamento si potrà procedere con atto di precetto e, poi, con esecuzione coattiva. Il tutto per soddisfare il credito del proprio cliente.


In conclusione, che siate quelli che devono corrispondere il mantenimento o quelli che devono riceverlo, non trascurate l'adeguamento Istat.


E se avete dei dubbi, come sempre, contattatemi!

 
 
 

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